1 Convegno Tematico Le Filiere dellenergia LE BIOMASSE
1° Convegno Tematico Le Filiere dell’energia LE BIOMASSE Denis Picco Trieste, 26 novembre 2010
C. E. T. A. – n CENTRO DI ECOLOGIA TEORICA ED APPLICATA n Il C. E. T. A. è una associazione senza scopo di lucro fondata nel 1987 e con personalità giuridica riconosciuta dalla Regione Friuli Venezia Giulia nel 1995 n Il Centro, con sede a Gorizia, svolge attività di ricerca, sperimentazione applicata e progettazione di sistemi tecnologici innovativi in differenti comparti ambientali I settori su cui si focalizza l'attività del Centro sono i seguenti: n Promozione e diffusione delle tecnologie che impiegano le fonti rinnovabili d'energia (biomasse combustibili, biogas, biocarburanti, fotovoltaico) n n Gestione sostenibile dell'ambiente e delle risorse naturali n Gestione integrata delle risorse idriche e degli ambienti ad esse associati n Risparmio energetico, uso efficiente dell’energia, bioedilizia n Pianificazione energetica n Divulgazione scientifica Il C. E. T. A. si avvale di tecnici e di professionisti specializzati, di diversa formazione quali ad esempio ingegneri, agronomi, biologi, naturalisti, economisti, architetti. Trieste, 26 novembre 2010
CONVERSIONE ENERGETICA DELLE BIOMASSE VEGETALE Generazione di energia termica, elettrica, frigorifera, meccanica Trieste, 26 novembre 2010
PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI Diverse modalità di conversione energetica Diverse tipologie biomasse Trieste, 26 novembre 2010
Filiera colture oleaginose – energia Trieste, 26 novembre 2010
Filiera colture oleaginose – energia n Punti di forza della filiera energetica: q q Filiera corta La tecnologia è matura, con sperimentazione di lunga data, adattata recentemente anche ad impianti di piccola potenza q Rendimenti elettrici elevati (superiori al 30 %) q Recupero termico elevato (oltre il 40 %) q Valorizzazione dei sottoprodotti della filiera - il panello proteico q Attitudine del territorio regionale alla coltivazione di oleaginose Trieste, 26 novembre 2010
FILIERA COLTURE OLEAGINOSE ENERGIA n Punti di forza della filiera energetica: q Attitudine del territorio regionale alla coltivazione di oleaginose Trieste, 26 novembre 2010
Filiera colture oleaginose – energia n Punti di forza della filiera energetica: q Valorizzazione dell’energia elettrica: n q interessanti prospettive con il nuovo sistema di incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili q Tariffa onnicomprensiva = 0, 28 €/k. Wh o 0, 18 €/k. Wh q Coefficiente di moltiplicazione CV = 1, 8 o 1, 3 Valorizzazione dell’energia termica: n prezzo del gas metano e altre fonti fossili variabili (…in ascesa) n potenziali applicazioni in agricoltura (serre, essiccazione, ecc. ) n interessanti prospettive per la trigenerazione (frigorie) Trieste, 26 novembre 2010
Filiera colture oleaginose – energia n Punti di debolezza della filiera energetica q Forte instabilità del mercato dei prodotti agricoli n seme oleoso (anno 2009 200 -230 €/t) n panello proteico (anno 2009 75 -126 €/t) n olio vegetale grezzo (anno 2009 520 -710 €/t) n n Ad oggi: 950 -1050 €/t n Ad oggi: 350 -360 €/t Ad oggi: 180 -190 €/t Trieste, 26 novembre 2010
Filiera colture oleaginose – energia n Motore a olio vegetale puro q Potenza nominale = 1, 0 MWe n Consumo specifico di carburante: 0, 254 kg/k. W n Funzionamento impianto: 7. 000 ore/anno n Fabbisogno biocombustibile: 1. 780 t olio/anno n Fabbisogno in semi oleosi (es. girasole): 4. 700 t semi/anno (valori commerciali) Attitudine territorio alla coltivazione della oleaginosa (es. girasole) • produzioni : 2 t/ha superfici agricole: 2. 350 ha • produzioni : 3 t/ha superfici agricole: 1. 570 ha • produzioni : 4 t/ha superfici agricole: 1. 175 ha Esempio di filiera agro-energetica estesa sul territorio. Trieste, 26 novembre 2010 Necessità di forte organizzazione per l’approvvigionamento della biomassa.
Filiere agro-energetiche: conversione termochimica n Le biomasse lignocellulosiche Trieste, 26 novembre 2010
Modello di filiera agro-energetica n BIOMASSE UTILIZZABILI q n Colture dedicate e residui colturali Parametri fondamentali q Produzioni biomassa (t/ha) q p. c. i. (GJ/t) q Contenuto idrico alla raccolta (%) q Temporalità delle produzioni q Cantieri di raccolta q Pezzatura (mm) q Peso specifico (kg/m 3) q Costo di produzione biomassa (€/t) e biocombustibile (€/t) Fonte: Venturi e Monti Trieste, 26 novembre 2010
Colture energetiche Punti di forza e di debolezza delle diverse colture energetiche per la produzione di biocombustibili. PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA CANNA COMUNE Ridotto fabbisogno di input colturali Limitate problematiche fitosanitarie Elevate produzioni annuali di biomassa Prolungata occupazione delle superfici agricole Alti costi di impianto (rizomi e messa a dimora) Meccanizzazione da perfezionare Elevata umidità della biomassa alla raccolta (stoccaggio) Ripristino dei terreni a fine ciclo produttivo Qualità della biomassa combustibile MISCANTO Ridotto fabbisogno di input colturali Limitate problematiche fitosanitarie Buone produzioni annuali di biomassa Bassa umidità della biomassa alla raccolta (stoccaggio) Qualità del biocombustibile (in funzione del cantiere di raccolta) Prolungata occupazione delle superfici agricole Alti costi di impianto (rizomi) Meccanizzazione da perfezionare Bassa densità del trinciato (movimentazione e stoccaggio) Ripristino dei terreni a fine ciclo produttivo PIOPPO SRF Qualità del biocombustibile Sviluppo della meccanizzazione dei cantieri di raccolta Incentivi per la realizzazione degli impianti (es. PRS) Prolungata occupazione delle superfici agricole Alti costi di impianto (talee) Numero di trattamenti fitosanitari Elevata umidità alla raccolta Trieste, 26 novembre 2010 Diffusione delle macchine per la raccolta Ripristino dei terreni a fine ciclo produttivo
Caratterizzazione della biomassa (pellet) n La densità è comparabile al pellet di legno (630 -680 kg/msr). n Il p. c. i. rientra nel valore tipico dei pellet erbacei; le differenze sono dovute al contenuto di ceneri. n Il contenuto in ceneri è circa dieci - venti volte maggiore rispetto a quello medio del pellet di legno. n Il contenuto in acqua rientra nei valori tipici del pellet (7, 5 - 10%). Sorgo da fibra* Miscanto Canna comune Legno Paglia 17, 7 17, 5 18, 2 17, 9 18, 79 17, 32 (% s. s. ) 4, 6 6, 6 2, 9 4, 9 0, 25 5, 71 (%) 5, 9 8, 5 7, 7 7, 4 - - Carbonio (% s. s. ) 47, 50 46, 50 48, 30 47, 25 51, 30 47, 20 Idrogeno (% s. s. ) 6, 22 5, 75 5, 91 5, 83 5, 90 5, 70 Azoto (% s. s. ) 0, 84 1, 28 0, 74 0, 10 0, 66 41 1. 008 (MJ/kg s. s. ) p. c. i. Contenuto ceneri in Contenuto acqua in (mg/kg n Zolfo di azoto, variano s. s. Elevate concentrazioni in funzione tipologia di 521 biomassa. 910 della 1. 210 1. 800 ) n Elevate concentrazioni di cloro e zolfo: sono i maggiori componenti depositi che si formano sulle (mg/kg pareti della camera di combustione e sulle scambiatori di calore 2. 632 (rischio corrosione). Cloro s. s. superfici 22 1. 720 1. 820 degli 3. 800 202 Possono formare pericolose emissioni : )SO 2, HCl e diossine. n Il contenuto di questi microelementi, in particolare il cloro, è fortemente correlato alla fase di produzione agronomica della biomassa (suolo, fertilizzanti ed erbicidi, epoca di raccolta). Trieste, 26 novembre 2010
Prove di combustione del pellet – problematica delle emissioni Emissioni (mg/Nm 3 al 11% O 2) n Canna comune Limiti posti dal d. lgs. 152/2006 (150 -3. 000 k. W) Sorgo da fibra Miscanto Polveri totali 241 16 119 100 potenza 35 -150 k. W - limite sale a 200 CO 240 75 83 350 NOX 270 288 459 500 SOX 126 73 228 200 Normativa di riferimento Emissioni (mg/Nm 3 al 10% O 2) Sorgo da fibra Miscanto Canna comune EN 303 -05 (caldaia automatica, classe 3, potenza < 50 k. W) Polveri totali 265 18 131 150 CO 264 83 91 3. 000 Trieste, 26 novembre 2010
Biomasse Lignocellulosiche – sostenibilità economica n Costo dell’energia termica erogata (€/MWh) con diversi combustibili Trieste, 26 novembre 2010
Biomasse Lignocellulosiche – sostenibilità economica n Sostenibilità Economica delle filiere agro-energetiche n Biomasse vs gasolio n Analisi del VAN della centrale a biomasse, con o senza incentivi n Biomasse vs metano Trieste, 26 novembre 2010
SISTEMI COGENERATIVI n Es. di tecnologie di conversione applicabili - piccola scala q q ORC – Organic Rankine Cycle n Rendimenti elettrici limitati (15 -18%) n Tecnologia affidabile – anche a potenze basse (200 KW) Gassificazione n Rendimenti elettrici buoni (27 -30%) n Affidabilità ancora da ottimizzare Trieste, 26 novembre 2010
Co-generazione da biomasse n n CICLO ORC Trova sostenibilità quando utilizzo biomasse dal basso costo di approvvigionamento (es. biomasse residuali – pollina) Trieste, 26 novembre 2010
Cenni su gassificazione e pirolisi n La gassificazione e la pirolisi sono due processi termochimici che avvengono rispettivamente in parziale (gassificazione) o pressoché totale assenza (pirolisi) di ossigeno a partire da un combustibile solido n A seconda delle caratteristiche dell’impianto, della presenza di ossigeno e della temperatura si ottiene come prodotto principale un gas (syngas o producer gas) costituito da una miscela di Monossido di Carbonio (CO), Anidride Carbonica (CO 2), Idrogeno (H 2), Metano (CH 4) e altri componenti unitamente a solidi e liquidi Trieste, 26 novembre 2010
Una tecnologia “vicina” alla maturità n Punti di forza dei sistemi di pirogassificazione q elevati rendimenti di processo (75% - 85%) q rendimenti elettrici tra il 27 -30% q q facilità di integrazione con sistemi generativi già esistenti (motori, turbine, celle a combustibili) possibilità di realizzare cicli combinati (elettricità e calore) mediante recupero termico (sezione purificazione gas; motore) q “eliminazione” di agenti problematici per il comparto agricolo (ad esempio nitrati) q dimensioni di impianto compatibili con realtà agricole del nostro territorio Trieste, 26 novembre 2010
Una tecnologia “vicina” alla maturità n Punti deboli dei sistemi di pirogassificazione AD OGGI, SALVO ALCUNI IMPIANTI PILOTA O IN FASE DI PERDURANTE COLLAUDO E SETTAGGIO, NON CI SONO IMPIANTI IN ESERCIZIO CONTINUATIVO q pulizia e qualità del gas q flessibilità di utilizzo in relazione alla biomassa utilizzata q affidabilità (continuità) di funzionamento (7. 000 / 8. 000 h/anno) soprattutto nella generazione di energia elettrica q costo di investimento iniziale degli impianti q costi di manutenzione elevati o non sempre preventivabili Trieste, 26 novembre 2010
IL BIOGAS IN ITALIA Crescita del numero cumulativo degli impianti qualificati in esercizio, suddivisi per fonte Marzo 2010: 319 impianti Fonte : GSETrieste, 26 novembre 2010
La digestione anaerobica - schema Trieste, 26 novembre 2010
La digestione anaerobica n Al fine di spingere al massimo le rese degli impianti è possibile utilizzare altri materiali - da soli o assieme ai liquami (CODIGESTIONE) n Liquami zootecnici (bovini, suini, ecc. ) n Colture energetiche (silomais, sorgo zuccherino, triticale, ecc. ) n Residui colturali (paglie, stocchi, colletti di barbabietola, ecc. ) n Scarti agroindustria (buccette pomodoro, siero di latte, vinacce, scarti ortofrutticoli, marco mela, succhi, conserve, ecc. ) n Scarti di macellazione n Fanghi di depurazione n Frazione organica rifiuti urbani Trieste, 26 novembre 2010
La digestione anaerobica n Le possibilità di alimentare un impianto a biogas sono quindi molteplici n Importante il ruolo dell’approvvigionamento delle biomasse per l’alimentazione dell’impianto e della tipologia e quantità di singola biomassa utilizzata n Per quanto riguarda le COLTURE DEDICATE, molti impianti si presentano sul mercato alimentati esclusivamente da silomais (eventualmente con sorgo insilato e triticale) n IMPIANTO BIOGAS - dimensionamento q Potenza nominale = 1 MWh q Fabbisogno in biomassa = 16 -18. 000 t silomais/anno q Stoccaggi biomassa insilata = 25 -27. 000 m 3 q Superfici agricole interessate = 250 -300 ha/anno q Areale di approvvigionamento = 10 -15 km Trieste, 26 novembre 2010
Biogas dal trinciato di mais n Contrariamente a quanto accade se si impiegano effluenti zootecnici o materiali con scarso o nullo valore di mercato, l’approvvigionamento può rappresentare una voce di costo molto significativa nel conto economico. (elab. C. E. T. A. ) Trieste, 26 novembre 2010
Biogas dal trinciato di mais Valutazione del prezzo di conferimento all’impianto. n Costo di produzione: q 25, 7 €/tonnellata (per trinciato di mais con produzione medie di 60 t/ha) q Aggiungere i costi di insilamento e costi di trasporto!!! Trieste, 26 novembre 2010
Progetti di ricerca – C. E. T. A. Il C. E. T. A. è fortemente coinvolto in diversi progetti di ricerca e di diffusione sui biocarburanti di prima e seconda generazione da diverse tipologie di biomasse: n Progetto SWEETHANOL (Comunità Europea - programma IEE) q n Progetto MULTISORGO (MIPAAF) q n Produzione integrata di bioetanolo e biogas da una coltura agraria a basso consumo idrico, il sorgo zuccherino: aspetti tecnologici, economici, energetici ed ambientali Progetto ZOOTANOLO (MIPAAF) q n Diffusione di un modello Europeo sostenibile per la produzione di etanolo di 1 a generazione dal Sorgo Zuccherino in impianti decentralizzati La produzione del bioetanolo come valorizzazione energetica innovativa dei reflui zootecnici Progetto BIOSEGEN (MIPAAF) q Filiere innovative per la produzione di biocarburanti di seconda generazione da residui agricoli ed agro-industriali e da colture da biomassa Trieste, 26 novembre 2010
Titolo completo: Acronimo: 6 beneficiari da 3 Paesi UE: Durata: Budget totale: Contributo FESR: Diffusion of a sustainable EU model to produce 1 st generation ethanol from Sweet Sorghum in decentralized plants SWEETHANOL C. E. T. A. come Lead Partner CARTIF e ADABE (Spagna), REACM-Anatoliki e Halastra-COOP (Grecia), INIPA-Coldiretti (Italia) 24 mesi (16/05/2010 - 15/05/2012) 1. 200. 885 € 1. 900. 664 € (massimo) -> 75% Trieste, 26 novembre 2010
n L’etanolo di 1 a generazione dal sorgo zuccherino ha un’elevata sostenibilità ambientale, economica ed energetica q Semplicità tecnica nel processamento e nello sfruttamento dei sottoprodotti garantiscono la fattibilità economica anche per impianti di piccola-media taglia decentralizzati (max 20, 000 t/anno) q Il bilancio energetico è pari a 1. 7 -7. 3 (senza/con sfruttamento sottoprodotti) q Il risparmio in emissioni di GHG attribuito è del 70 -71% n Il mercato Europeo dell’etanolo è controllato da grandi gruppi industriali e cooperative agricole legate all’industria della produzione di zucchero ed alcol n Vengono processati principalmente cereali e barbabietola in impianti di grande taglia (100, 000 -200, 000 t/anno) n Vi sono barriere economiche, logistiche, ecologiche, ambientali, sociali e di diffusione Trieste, 26 novembre 2010
WP 1 – Gestione del progetto (C. E. T. A. ) WP 2 – Perfezionamento del “Know-how” n n Acquisizione di know-how in merito alla coltivazione ad al processamento del sorgo zuccherino ad etanolo attraverso visite a: q istituti di ricerca in campo agronomico q realtà agricole che coltivano il sorgo q compagnie che costruiscono impianti q impianti esistenti ed in funzione Raccolta dei dati più interessanti (e. g. varietà di sorgo zuccherino, costi di investimento e di produzione, consumi energetici, rese in etanolo, sfruttamento dei sottoprodotti) Trieste, 26 novembre 2010
Viaggio in Andhra Pradesh a Hyderabad, presso ICRISAT - International Crop Research Institute for the Semi-Arid Tropics (www. icrisat. org) ICRISAT meeting a Hyderabad n. Nuove varietà di sorgo zuccherino ad alto contenuto in zuccheri nel succo n. Supporto tecnico agli agricoltori locali per lo sviluppo della filiera (DCU, Decentralized Crushing Units) n. Collaborazione con distillerie RUSNI, impianto per bioetanolo da sorgo da 40. 000 t/anno (www. abiicrisat. org/rusni) Impianto TATA TCL, Nanded Visita all’impianto del gruppo TATA TCL per la produzione di bioetanolo da sorgo da 30. 000 litri/gg presso Nanded, Maharashtra (http: //www. tatachemicals. com/products/biofuels. htm) Varietà di sorgo studiate presso ICRISAT Trieste, 26 novembre 2010
n Visita all’ impianto di produzione di bioetanolo da cereali e impianto pilota bioetanolo di seconda generazione dalle paglie e residui agricoli del gruppo ABENGOA Bioenergia, presso Salamanca n Visita allo zuccherificio del gruppo ACOR, presso Olmedo (impianto di estrazione) n Visita al CRF, Centro Nacional de Recursos Fitogèneticos, a Madrid n Visita all’Agroenergy Group del Politecnico di Madrid ABENGOA Bioenergia, bioetanolo da cereali UPM Madrid, campi sperimentali ACOR, zuccherificio Trieste, 26 novembre 2010
WP 3 – Discussione su un modello sostenibile n Discussione di un possibile modello Europeo con i rappresentanti di ogni attore della filiera (approccio multidisciplinare): q agricoltori ed associazioni agricole, q processisti e PMI, q ditte sementiere ed aziende agricole, q investitori, q n rappresentanti del mondo politico (legislazione), delle autorità pubbliche e delle agenzie per l’energia Gli attori della filiera verranno invitati a partecipare e discutere in workshops e convegni settoriali ed intersettoriali a livello nazionale ed internazionale Trieste, 26 novembre 2010
WP 4 – Formazione degli attori della filiera n Spiegazione del modello Europeo sviluppato nella WP 3 ad ogni categoria di attori della filiera n Formazione e miglioramento delle competenze di ogni attore della filiera riguardo alla produzione di etanolo da sorgo zuccherino in impianti di taglia piccola e media Corsi adattati e direzionati per ogni categoria di attori della filiera verranno tenuti in ogni Stato di cui fanno parte i partner del progetto: n q q q 1. 800 -2. 000 agricoltori (30 corsi Italia e Spagna e 15 in Grecia) produttori di sementi ( 1 corso per Paese) processisti (1 corso per Paese) decisori politici, operatori pubblici, agenzie per l’energia, ecc. (2 corsi per Paese) investitori (2 corsi per Paese) associazioni di agricoltori (1 corso per Paese) Trieste, 26 novembre 2010
WP 5 – On-line Community n La missione dell’on-line community è di creare una rete di contatti a livello internazionale tra gli attori della filiera del bioetanolo da sorgo zuccherino q n Essa sarà un punto di riferimento per lo start-up di nuovi impianti pilota in futuro, soprattutto in Europa Struttura: q q blog, forum, social network, teleconferenze, discussioni pubbliche Pubblicazione di articoli, database di aziende Trieste, 26 novembre 2010
WP 6 – Comunicazione n Diffusione e disseminazione dei risultati di progetto q Website (http: //sweethanol. eu/) q Conferenze nazionali ed internazionali q Articoli tecnici e scientifici q Manuali q Altro (newsletters, brochures, ecc. . ) Trieste, 26 novembre 2010
n Website del progetto (in costruzione): q http: //sweethanol. eu n Website della On-line community: q http: //esse-community. eu GRUPPO DI LAVORO - C. E. T. A. Project Coordinator: Ing. Alessandro Bon alessandro. bon@ceta. ts. it Project manager: Dott. ssa Michela Pin michela. pin@ceta. ts. it Expert: Dott. ssa Alessia Vecchiet alessia. vecchiet@ceta. ts. it Expert: Dott. Denis Picco denis. picco@ceta. ts. it Expert: Dott. ssa Francesca Visintin francesca. visintin@ceta. ts. it Trieste, 26 novembre 2010
Grazie per l’attenzione! Via III Armata, 69 – 34170 Gorizia Tel. 0481 - 537159 E-mail: denis. picco@ceta. ts. it
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