1 C Anno Scolastico 20162017 Yessica Bandera Andrea
1 C Anno Scolastico 2016/2017 Yessica Bandera, Andrea Marcinnò, Edoardo Zanni La Religione Greca
Introduzione Storica La religione greca affonda le proprie radici nella civiltà micenea da cui deriva. In particolare assistiamo all'affermarsi di giochi atletici in onore delle divinità; i più famosi sono i giochi olimpici, in onore di Giove. Le divinità vivono una loro vita, senza interferenza diretta con la realtà dell'uomo, e sono pensati con comportamenti mutuati dalla società umana. Non è comunque esistito nella religione greca un insieme di norme dottrinarie né nessun centro di direzione privilegiato, anche se il santuario di Delfi (dedicato ad Apollo) e le divinità di città come Atene (Atena) assunsero di volta in volta prestigio tale da indirizzare anche le vicende politiche.
� L'espressione "religione greca" è di conio moderno infatti gli antichi Greci non � � � � possedevano un termine che indicava quello che si intende oggi col termine moderno "religione". Scopo del culto “religioso” greco era quello di mantenere la concordia con gli dèi: non celebrare loro il culto significava provocarne l'ira, da qui il "timore della divinità" che lo stesso culto provocava in quanto connesso con la dimensione del sacro. Tuttavia, è indubitabile in questa civiltà il ruolo fondamentale ricoperto dall'esperienza religiosa: “La religione non era per i greci al di sopra o accanto alla pólis, perché culto e vita erano una sola cosa ………. Ogni pasto, ogni simposio, ogni battaglia cominciava con un sacrificio; ogni assemblea popolare con una preghiera. Gli argomenti di natura religiosa erano in cima all’ordine del giorno. Le sottosezioni della cittadinanza si incontravano attorno agli altari, celebravano i loro culti e poi, per esempio, accoglievano i neonati nelle loro file, offrivano sacrifici e mangiavano solennemente le carni degli animali sacrificati. La volontà degli dèi era accuratamente sondata dai veggenti. Uomini e donne, padri di famiglia e dignitari della comunità non perdevano d’occhio gli dèi e si adoperavano per renderseli benevoli, sia quando c’era una ragione particolare per farlo, sia perché così voleva la regola”. (Christian Meier. Cultura, libertà e democrazia. Alle origini dell’Europa, l’antica Grecia. Milano, Garzanti, 2009, p. 144) Quindi qualsivoglia aspetto della vita dell'uomo greco aveva sempre e comunque una valenza religiosa.
La religione nel mondo di Omero �Il mondo di Omero è il mondo descritto essenzialmente dai poemi epico-religiosi dell'Iliade e dell'Odissea, come anche dalla Teogonia di Esiodo e dai cosiddetti Inni omerici. La datazione di queste opere è controversa e si situa tra l'VIII e il VI secolo a. C. �I poemi "omerici", così come la Teogonia di Esiodo, si contraddistinguono per un preciso incipit che richiama l'intervento di alcune dee indicate con il nome di «Muse» « Canta Musa divina, l'ira di Achille figlio di Peleo l'ira rovinosa che portò ai Greci infiniti dolori » « Narrami, o Musa, dell'eroe multiforme, che tanto vagò, dopo che distrusse la rocca sacra di Troia »
Le muse sono delle divinità dalle particolari caratteristiche. « Le Muse hanno un posto altissimo, anzi unico, nella gerarchia divina. Son dette figlie di Zeus, nate da Mnemosine, la Dea della memoria; ma ciò non è tutto, ché ad esse, e ad esse soltanto, è riservato portare, come il padre stesso degli Dei, l'appellativo di olimpiche, appellativo col quale si solevano onorare sì gli Dei in genere, ma -almeno originariamente- nessun Dio in particolare, fatta appunto eccezione per Zeus e le Muse » (Walter Friedrich Otto. Theophania. Genova, Il Melangolo, 1996, p. 48)
Il mondo omerico è un mondo in buona parte divino. � Il mondo di Omero corrisponde a un disco del diametro di quattromila chilometri: Delfi , e quindi la Grecia, è il centro del disco. � Questo disco, anch'esso divino e indicato con il nome di Gaia (Gea), è a sua volta circondato da un largo fiume (e dio) indicato con il nome di Oceano ) � Il Sole (divino anch'esso e indicato con il nome di Helios) attraversa nella sua rotazione questo disco, ma il suo volto lucente illumina solo esso, ne consegue che il mondo al di là del disco e quindi della rotazione del sole, ovvero ciò che è oltre il fiume Oceano risulti privo di luce. Da Oceano hanno origine le altre acque, anche quelle infere come lo Stige attraverso connessioni sotterranee. Quando i corpi celesti tramontano si bagnano nell'Oceano, così lo stesso Sole, dopo essere tramontato, lo attraversa per mezzo di una coppa d'oro per risorgere da Oriente il mattino seguente. Al di là del fiume Oceano, c'è il buio, vi sono le aperture all'Erebo (Ερεβος), il mondo sotterraneo, lì, presso queste aperture, vivono i Cimmeri. � Il disco terrestre circondato dal dio-fiume Oceano è suddiviso in tre parti: nord-ovest abitato dagli Iperborei ; il meridione, dopo l'Egitto, è abitato dai devoti Etiopi , uomini dal volto bruciato dal Sole, oltre le terre dei quali vivono i nani Pigmei; tra queste due estremità vi è la zona temperata del Mediterraneo nel cui centro si colloca la Grecia. � Dal punto di vista verticale, il mondo omerico ha come tetto il Cielo (divino anch'esso con il nome di Urano), costituito di bronzo, il quale delimita il percorso del Sole. Ai limiti del Cielo volteggiano gli dèi che amano sedersi sulle cime dei monti e da lì contemplare le vicende del mondo. Dimora degli dèi è uno di questi, il monte Olimpo. � Sotto la Terra si situa il Tartaro ( divinità anch'essa), luogo buio, dove sono incatenati i Titani, divinità sconfitte dagli Dei, luogo circondato da mura di bronzo e chiuso da porte fabbricato da Posidone. La distanza posta tra la sommità di Urano e la Terra, ci dice Esiodo nella Teogonia[ è percorribile da una incudine lasciata da lì cadere che raggiungerà la superficie della Terra all'alba del decimo giorno; medesima distanza oppone la Terra dalla base del Tartaro. � Tra l'Urano e il Tartaro si situa dunque quel "mondo di mezzo" abitato da Dei celesti e sotterranei, semidei, uomini e animali, dai vivi e dai morti.
Dei dell’Olimpo � Zeus � Poseidone � Ade (anche se vive sugli Inferi) � Atena � Artemide � Apollo � Efesto � Demetra � Ermes � Ares � Estia � Afrodite
Zeus La principale divinità della mitologia greca, Zeus appartiene, al pari di tutti gli olimpici, alla seconda generazione divina; egli è figlio di Cronos e di Rhea. È lui che invia il tuono e il lampo; sua arma tradizionale è la saetta; egli produce anche la pioggia, il vento, e, conseguentemente, la bonaccia e il bel tempo.
Poseidone è il dio del mare e dei terremoti e maremoti nella mitologia greca. Figlio di Crono e fratello di Zeus, Ade, Era, Estia e Demetra, è uno dei dodici dèi dell'Olimpo. Il simbolo del dio era il tridente e gli animali a lui sacri erano il cavallo (creato da lui dalle onde del mare), il toro e il delfino.
Ade tra gli antichi Greci è il dio regnante sulle regioni dell’oltretomba. Figlio di Crono e di Rea, fratello di Zeus e di Posidone, Ade partecipò con loro alla lotta contro i Titani e, dopo la vittoria e l’instaurazione del nuovo ordine di Zeus, ebbe in sorte il regno sotterraneo. Detestato dagli dei e temuto dagli uomini, Ade riceve tuttavia il culto come dio che, dimorando sotto terra, può beneficare i vivi favorendo la vegetazione ed elargendo agli uomini i preziosi metalli che la terra nasconde, oltre che accogliendo presso di sé i morti.
Atena Nella mitologia greca Atena è stata creata dal cranio spaccato di Zeus; è la della sapienza, delle arti, della tessitura e della strategia militare, ovvero gli aspetti più nobili della guerra. In tempo di pace gli uomini la veneravano poiché a lei erano dovute tutte le invenzioni tecnologiche, mentre in tempo di guerra, fra coloro che la invocavano, aiutava solo chi combatteva con l'astuzia. L'astuzia e la furbizia erano delle doti che Atena poteva donare ai suoi protetti. In generale Atena era, quindi, una divinità molto amata dal popolo.
Artemide nella religione dell'antica Grecia, è la della caccia, degli animali selvatici, del tiro con l'arco, della foresta e dei campi coltivati; è anche la delle iniziazioni femminili, protettrice della verginità e della pudicizia. Figlia di Zeus e Leto e sorella gemella di Apollo, è una dei dodici dei Olimpici e la sua origine risale ai tempi più antichi. Fu più tardi identificata come la personificazione della Luna crescente. Assieme ad Atena ed Estia, era una dea vergine, armata di arco e frecce d'oro; dimorava nei boschi con i suoi affidabili cani da caccia e con uno stuolo di ninfe. di di di
Apollo è una divinità nella mitologia greca, Dio del Sole (di cui ne traina il carro), di tutte le arti, della musica, della profezia, della poesia, della medicina, delle pestilenze e della scienza che illumina l'intelletto. Essendo il Dio della poesia è il capo delle Muse, viene anche descritto come un provetto arciere in grado di infliggere, con la sua arma, terribili pestilenze ai popoli che lo contrariavano. In quanto protettore della città e del tempio di Delfi, Apollo è anche venerato come Dio oracolare, capace di svelare il futuro agli esseri umani.
Efesto nella mitologia greca è il dio del fuoco, delle fucine, dell'ingegneria, della scultura e della metallurgia. Era adorato in tutte le città della Grecia in cui si trovassero attività artigianali, ma specialmente ad Atene. La sua grande fucina si trova nelle viscere dell'Etna, lavora insieme ai suoi ciclopi, dove i colpi delle loro incudini e il loro ansimare fa brontolare i vulcani della zona e il fuoco della loro fucina arrossa la cima dell'Etna. I suoi simboli sono il martello da fabbro, l'incudine e le tenaglie.
Demetra sorella di Zeus, nella mitologia greca è la del grano e dell'agricoltura, costante nutrice della gioventù e della terra verde, artefice del ciclo delle stagioni, della vita e della morte, protettrice del matrimonio e delle leggi sacre.
Era Nella mitologia Era o Hera una delle divinità più importanti, patrona del matrimonio e del parto. Figlia di Crono e Rea, sorella e moglie di Zeus, era considerata la sovrana dell'Olimpo. Fu allevata nella casa di Oceano e Teti, e poi nel giardino delle Esperidi sposò Zeus. Era la del matrimonio e delle fedeltà coniugale. La sua continua lotta contro i tradimenti del consorte diede origine al tema ricorrente della "Gelosia di Era" che rappresenta lo spunto per quasi tutte le leggende e gli aneddoti
Ermes o Hermes è una divinità e della religione greca. Il suo ruolo principale è di messaggero degli dei. Figlio di Zeus e della Pleiade Maia, è uno dei dodici dei Olimpi. I suoi simboli sono il gallo e la tartaruga, ma è chiaramente riconoscibile anche per il suo borsellino, i suoi sandali e cappello alati e il bastone da messaggero, il caduceo.
Afrodite Afrodite, la della bellezza e dell'amore, che i romani identificarono con Venere, era, secondo Omero, figlia di Zeus e della ninfa Dione. Essa veniva rappresentata nel fiore della sua giovinezza, avvenente, graziosa, tutta ingioiellata e sorridente. Erano sacri ad Afrodite: tra le piante, il mirto, la rosa, il melo, il papavero; tra gli animali, il passero, la lepre, il cigno, il delfino e soprattutto la colomba.
Ares In Grecia Ares è il figlio di Zeus ed Era. Viene molto spesso identificato tra i dodici Olimpi come il dio della guerra in senso generale, ma si tratta di un'imprecisione: in realtà Ares è il dio solo degli aspetti più violenti della guerra e della lotta intesa come sete di sangue. Per i Greci, Ares era un dio del quale diffidare sempre. Il suo luogo di nascita e la sua vera residenza si trovavano in Tracia, ai limiti estremi della Grecia, paese abitato da genti barbare e bellicose. Pur essendo protagonista nelle vicende belliche, raramente Ares risultava vincitore. Era più frequente, invece, che si ritirasse dalla contesa.
Templi L'edificio vero e proprio era per i Greci la casa del dio (oikos), collocata nella cella (naos). Questa ospitava la statua della divinità, e il sacerdote era l'unico ad averne accesso, mentre il culto si svolgeva su un altare situato davanti al tempio ed all'interno del recinto sacro (temenos) in cui si situavano il tempio ed altri edifici ad esso connessi. Il luogo sacro (santuario) poteva ad esempio ospitare una serie di costruzioni di uso pratico. Sulla superficie superiore (stilobate) di una piattaforma, sopraelevata rispetto al terreno circostante, per mezzo di pochi gradini (crepidoma), si elevava la struttura del tempio, caratterizzata dalle colonne. La disposizione delle colonne determina la classificazione dei tipi di pianta del tempio greco, che ci è stata tramandata da Vitruvio.
La religione greca potrebbe essere senz'altro definita come una religione senza sacerdoti. La Grecia ignorava caste sacerdotali e clero; i suoi sacerdoti non svolgevano le loro funzioni a vita. Senza aver ricevuto una formazione particolare, erano designati per diritto di eredità oppure per estrazione a sorte, o per elezione, o su raccomandazione di un oracolo. L'oracolo è un essere o un ente considerato fonte di saggi consigli o di profezie, un'autorità infallibile, solitamente di natura spirituale. Il volere degli dei era dispensato in vario modo: con segni sulle viscere delle vittime sacrificali, con i movimenti della statua del dio durante la processione, con i movimenti degli oggetti gettati in una fonte, attraverso lo stormire delle fronde di un albero sacro, oppure attraverso la bocca di un essere umano, come nel caso di Delfi. Nel caso di cerimonie importanti l'incarico di dirigere il rito era compito di una personalità importante dotata anche dei mezzi economici per ricoprire questo ruolo. Il sacerdozio nella religione della Grecia antica non è Sacerdoti
Principali Festività Tra le feste religiose più importanti della Grecia arcaica ricordiamo: � Le Atenèe, chiamate successivamente Panatenèe. Esse erano feste in onere della dea Atena che si tenevano sia ad Atene che in altre città; � Le Dionisie tenute in onore di Diònisio; � Le Eleusine tenute in onere di Demetra e Diònisio, ad Eleusi, nell'Attica, due volte all'anno. � Le Carnee, in onore di Apollo, erano a Sparta la festa maggiore; era una sorta di riproduzione della vita militare: nove uomini si isolavano sotto una tenda provvisoria per celebrare un comune banchetto sacrificale. � La festività greca denominata Panatenee era la festa religiosa più importante dell’antica Atene; si svolgevano tra luglio e agosto. Secondo la tradizione erano state istituite da Erettonio, mitico re di Atene, o da Teseo, in onore della dea Atena, protettrice della città. Le Panatenee coinvolgevano ogni anno l’intera cittadinanza e, ogni quattro anni, anche una grande folla di competitori e visitatori (Grandi Panatenee). In occasione delle Grandi Panatenee venivano infatti disputate competizioni sportive simili a quelle che si celebravano ai giochi olimpici: corsa, lotta, pugilato, pancrazio e corsa dei carri. Ai vincitori venivano assegnati premi: oggetti d’oro, scudi e l’olio degli olivi sacri alla dea. Ma il momento culminante delle Grandi Panatenee (ossia delle Panatenee quadriennali) era la grande e solenne processione che raggiungeva l’acropoli salendo sino al tempio di Atena. Lo scopo della processione era quello di portare ad Atena un nuovo peplo di lana gialla ricamato, utilizzando fili d’oro, nel corso dei quattro anni, dalle fanciulle di famiglia aristocratica, di età compresa tra i sette e gli undici anni, con cui veniva rivestita la statua lignea di Atena, che la tradizione diceva essere caduta dal cielo e che veniva conservata nell’Erittteo, il più piccolo tempio del Partenone, una specie di cappella votiva.
Il Fato è termine di origine latina ( fatum, ovvero ciò che è detto) e originariamente indicava la decisione irrevocabile di un dio. Nell'antica Grecia il Fato era un dio o una dea immaginato cieco poiché interveniva a modificare il corso della vita degli uomini senza alcuna precisa ragione. Era invincibile e persino gli dei vi dovevano sottostare, come proclamò la Sibilla nell'Oracolo di Delfi. Persino Zeus non era che un mero esecutore in quanto determinato dalla Necessità. Il Fato venne personificato dalle tre Moire, e in seguito fu usato per designare il Destino, figlio del Caos e della Notte. Le tre Moire
Misteri I misteri più famosi del mondo greco erano senz'altro i misteri eleusini, legati al culto di Demetra e Persefone. Accanto a questi sono da ricordare quelli legati al culto di Dioniso, a quello di Orfeo, nei misteri orfici, a quello del dio frigio Sabazio e i misteri dei Cabiri a Samotracia. Nel sincretismo religioso tipico dell'età ellenistica e più tardi romana ebbero notevole importanza le realtà misteriche di origine orientale. I culti misterici della Grande Madre Cibele con Attis dall'Asia minore, quelli di Serapide, Iside e Osiride della mitologia egizia, e quelli di Mitra dalla Persia permearono la facies religiosa della cultura romana imperiale, che vide il proliferare di templi, isei e mitrei in tutto il mondo allora conosciuto.
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